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martedì 18 dicembre 2012

Letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
quest'anno non ti chiedero' una cosa per me, ma per chi mi circonda.
Non e' la pace nel mondo, sono troppo intelligente e troppo poco avvenente per spingermi a tanto. In fondo sei Babbo Natale, mica uno che fa miracoli.
Rimarrei nei confini del mio paese, che di regali ha veramente bisogno. Vorrei che tu donassi ai suoi abitanti la consapevolezza...
... che se cerchi di passare davanti in coda non sei furbo, ma incivile; che quando riponi il carrello della spesa puoi anche fare lo sforzo di metterlo nella fila vuota accanto, anziche' allungare a dismisura quella che gia' tutti hanno usato, anche se e' piu' comodo; che cercare di fare il meno possibile al lavoro non e' normale, e' disonesto; che se qualcuno ha idee diverse dalle tue non necessariamente e' un cretino, magari se lo ascolti impari qualcosa; che se tuo figlio adolescente maltratta un compagno non e' "un ragazzo", ma uno che ha bisogno di una lezione; che se tuo figlio piccolo al ristorante passa il tempo a ululare e disturbare gli avventori non e' "vivace", ma un rompiballe; che un uomo che ignora il NO di una donna non e' un dominatore, ma un criminale; che chi non paga le tasse non e' "costretto" dalla vessazione dello Stato, ma uno che mangia alla tavola di tutti senza contribuire mai; che se sorpassi sgommando dove c'e' la doppia linea continua non sei Schumacher, ma uno pericoloso (che probabilmente non vivra' a lungo. Il che non sarebbe un problema, se non fosse per la possibilita' di coinvolgere altri); che le regole sono regole e vanno seguite e se non ti piacciono devi lottare per cambiarle, ma non puoi ignorarle; che un quasi ottantenne straricco che si circonda di ragazze a pagamento non e' uno che se la sa spassare, ma un vecchio con qualche problema; che se lo stesso vecchio entra in politica per evitare la prigione e sistemare qualche affaruccio, non incarna il "sogno italiano", ma ti prende in giro; che se chi dovrebbe opporsi scende a patti con lui e non cambia le cose per fermarlo quando ne ha la possibilita' non fa politica, ma ti riprende in giro.
Noi siamo un popolo di eterni Peter Pan. Ci piacciono le scorciatoie, le favole, i comici, i pagliacci, non amiamo il rigore e le cose serie. Vorremmo sempre giocare, ottenere tutto senza sforzo e non e' mai colpa nostra.
E' il bello degli italiani, siamo navigatori di sogni.
Ma e' ora di attraccare.
Caro Babbo Natale, saluta per l'ultima volta il bambino che e' in noi e facci crescere.