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giovedì 22 novembre 2012

Fiction e medicina

Ci sono due cose che proprio mi piacciono: la medicina e il cinema. Mi vanno a genio quando sono ben fatte. La prima e' una cosa seria, la seconda va bene anche quando non lo e', il che ne fa un passatempo meraviglioso.
E' curioso come la combinazione delle due dia quasi sempre luogo ad un'aritmetica bizzarra, che non prevede un risultato esatto.
Direi che i principali bloopers di area medica si possono grossolanamente dividere in due categorie: radiologica e rianimatoria.
Mi spiego.
Al cinema, arte visiva e immediata, si tende a raccontare anche tramite suggestione; per questo e' tutt'altro che raro l'utilizzo di simboli. E cosi', quando si deve introdurre l'argomento "medico" ci si avvale nella quasi totalita' dei casi del potere evocativo della Radiografia. Spuntano come funghi diafanoscopi accesi ad illuminare ossa d'ogni sorta, nei posti piu' incredibili. Non e' escluso, a tal proposito, che Roentgen si rivolti nella tomba almeno un paio di volte a film/telefilm. Perche' quasi mai le immagini sono orientate in modo sensato. Generalmente, nel caso degli Rx del torace per ben che vada il cuore e' a destra. Se, invece, ci si avvale di piu' peculiari Rx dell'addome, ci si ritrova ad osservare pazienti che camminano sul diaframma e respirano con il bacino. Ricordo di aver visto (non so dire in quale fiction d'oltreoceano) una lastra attribuita ad una paziente in cui spiccava un inequivocabile vessillo maschile (orientato a sinistra, come vuole la legge dei grandi numeri). Probabilmente non sono molti gli spettatori che fanno caso a questi errori e, tuttosommato, non hanno grossa importanza: possono, tuttalpiu', irritare qualche medico con uno sfumato DOC come la sottoscritta. Per fortuna va in soccorso all'arte narrativa il potere della tecnologia. Le familiari immagini della radiologia tradizionale sono scalzate dalle piu' avvenieristiche TC (TAC, per i piu'), che in virtu' delle loro dimensioni sono intellegibili. Potrebbero mettere le scansioni di una mortadella gigante e non se ne accorgerebbe nessuno...
Piu' serio, secondo me, e' il raccontare erroneamente come si rianima un paziente.
La scena tipo e' la seguente: il poveretto di turno va in arresto cardiaco, tutti corrono, si agitano e gli volano sulle piume. Eseguono un massaggio cardiaco che probabilmente non gioverebbe nemmeno alla Barbie, intubano continuando a massaggiare (che equivale a centrare la cruna col filo saltellando sul tappeto elastico) e alla fine, dopo aver gravemente constatato che il monitor e' tagliato in due da una linea piatta, afferrano le piastre del defibrillatore e friggono il paziente.
Per chi non lo sapesse, il defibrillatore su una linea piatta ha l'effetto della pomata all'arnica su una ferita da fucile a canne mozze. Cioe' proprio non dovrebbe nemmeno sfiorarti l'idea di usarlo. Ma si rientra nel campo dell'immediatezza narrativa e della simbologia. E poi vuoi mettere la siddisfazione di ululare "Libera!"?
Sembrera' anche questa una sottigliezza da urgentista fissata, ma credo sia qualcosa di piu'.
Il punto e' che lo spettatore medio crede a quello che vede, soggiogato dalla magia dello schermo, grande o piccolo che sia. E si illude di imparare, persino. Se osserva la riproduzione di una scena reale, da' per scontato che venga raccontata con precisione.
Quando, malauguratamente, si trova difronte alla stessa situazione nella vita vera, si aspetta di assistere al medesimo spettacolo e raramente ha la lucidita' di capire che la verita' non e' quella della pellicola.
Quindi se vede che non defibrilli un'asistolia ti tratta come un cretino e corre dall'avvocato.
Esattamente come viene in Pronto Soccorso per paura di avere la psittacosi perche' ha un po' di tosse da qualche giorno, sul tetto di casa ci sono i piccioni e la sera prima ha visto fare la diagnosi dal dottor House (e non e' una battuta).
La mia domanda e': ma non ci sono consulenti medici? Dobbiamo lottare anche contro la disinformazione in cinemascope?
Per fortuna a farci fare bella figura pensano le fiction nostrane.
Qualche anno fa ebbi la malaugurata idea di sintonizzarmi su una puntata di "Medicina Generale". Proprio in quel momento un paziente ricoverato fu squassato da una inaspettata crisi epilettica. Il medico non perse la calma e ordino' perentoriamente:"Infermiera, presto, gli faccia un'iniezione!" (affermazione corretta"Infermiera, presto, somministri 10 mg di diazepam/4mg di lorazepam in 100 cc di fisiologica"; avrebbe potuto andare peggio "Infermiera, presto, gli faccia una puntura!")
L'infermiera rispose:"Certo dottore!"
(risposta credibile di infermiera sensata " Dottore e' scemo? Non e' mica Ciocciobello bua...").
Cambiai immediatamente canale. Il sentimento immediato fu di scandalizzata delusione, sostituito a ruota da divertito sollievo.
Il giorno successivo avrei certamente fatto una figura migliore.

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